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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

Paolo Borsellino

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Io ritengo che i politici nelle varie commemorazioni traggano una soddisfazione personale di dire tutte quelle belle parole che non sentono, né condividono, visti gli esempi squallidi che ci lasciano ogni giorno col loro operato, che è sempre pro domo sua e mai a favore del popolo. Io, oggi, voglio commemorare un uomo grande che rientra nelle mie preghiere, come se fosse un parente o un caro amico. Lo faccio, riportando le parole del figlio, tratte dal libro "Era d'estate".  Leggere questa lettera è stato un attimo d'intensa commozione. "Grazie caro papà". STUPENDA LETTERA DEL FIGLIO DI PAOLO BORSELLINO.   MANFREDI BORSELLINO.  Il primo pomeriggio di quel 23 maggio studiavo a casa dei miei genitori, preparavo l’esame di diritto commerciale, ero esattamente allo “zenit” del mio percorso universitario. Mio padre era andato, da solo e a piedi, eludendo come solo lui sapeva fare i ragazzi della scorta, dal barbiere Paolo Biondo, nella v...

I convinti ed il gioco.

12 persone a confronto. 12 persone che conoscono il gioco e sono attente ai vari passaggi. 12 persone che più o meno sanno quel che fanno, per vincere. Ma tra 12 persone, logicamente, c'è il bravo ed il meno bravo. Ed indovinate chi vince? Si, avete indovinato, proprio lui, vince il più "casinaro", quello che conosce meno il gioco e che sbaglia senza essere dagli altri sgridato, perché considerato un pivellino. Ma il pivellino è chi s'appresta da poco tempo a giocare. Lui no, gioca con noi da dicembre, sbaglia, convinto di avere ragione. Noi a volte lo correggiamo, altre lo consigliamo, altre ancora lo ignoriamo, per non ucciderlo al ripetersi dello stesso errore. E che fa stasera tra uno sbaglio e l'altro? Vince e vince convinto di essere bravo. Tutto ciò è raccontato per far comprendere che nella vita non vanno avanti sempre i meritevoli, ma anche e soprattutto  gli altri, cioè i convinti, ovvero coloro che con un atteggiamento di insicuri, arrivano prima, pe...

Festa della mamma

Festa della mamma. Oggi, alcuni soci si sono ritrovati al circolo  senza darsi appuntamento. Tra una chiacchierata ed una risata, il tempo è passato con la consapevolezza che stare tutti assieme è sempre piacevole, perché tra noi c'è la certezza di essere prima d'ogni cosa amici fedeli e, poi, soci di uno stesso circolo. Non sono mancate le giocate, per alcuni di  burraco, per altri, quelli che avevano voglia di ragionare e verificare le proprie capacità di acume, di dama. Verso sera ognuno è tornato nella propria casa con una sensazione di benessere.

Arbore e l'orchestra italiana.

Arbore al Politeama. Favoloso. Il suo musicista, Gegè, è stato unico, sprizzava jazz da tutti i pori della sua pelle. La musica ti metteva allegria e ti spingeva a muoverti a ritmo. Bravi, bravi, bravi. Ciò nonostante, in platea c'era chi sbadigliava con tanto ardore, da mostrare le tonsille. Ma se siete stanchi, perché non andate a dormire?

Il deserto e noi.

Stasera, tornando da un pranzo luculliano, abbiamo deciso di fare una passeggiata sul corso di questo nobile capoluogo. Grande è stata la sorpresa nel constatare che la mia è una città disabitata. Ma dove sono finiti i Catanzaresi? In questi ultimi anni sarò certamente stata molto distratta, perché ero convinta di vivere in una  comunità. Invece, ho dovuto arrendermi all'evidenza. Deserto. Solitudine infinita e, se vogliamo dirla tutta, anche in un periodo elettorale, in cui almeno i candidati, soprattutto quelli che non lavorano, escono dalle loro case per farsi vedere in giro e cercare consensi (leciti, cioè quelli con una stretta di mano, in tutta libertà). Invece, neanche quelli che io chiamo "vagabondi" perché vivono di politica e non sanno cosa significhi alzarsi alle sei del mattino per andare a lavorare, erano in giro. Nessuno. Dilemma: ma come fanno a trovarsi i voti? Quali furberie avranno nei loro programmi per convincere gli elettori? Sul corso non c'era ...