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Visualizzazione dei post da aprile, 2014

Un pensiero ad Ettore Capicotto.

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Ciao Ettore, questa Pasqua del 2014 ha avuto un sapore diverso, quello della nostalgia.  Non c'eri tu a partecipare alla Naca e chi ti ha avuto la fortuna e l'onore di esserti amico, non poteva non pensare alla tua assenza. Per quelli della mia età, abituati da sempre a vederti in processione, la Pasqua non ha più il sapore di tradizione, ma solo di nostalgia. Per me, per anni era diventata tradizione aspettare ad un angolo del corso il tuo passaggio, lanciarti un saluto, magari spiritoso, al quale non potevi rispondere, perché impegnato a suonare. Ma i tuoi occhi non potevano non celare un sorriso ed una risposta che poi, in un'altra occasione, mi avresti dato. Tradizione era anche fare la spesa il giorno dopo la Naca, il sabato, al negozio di alimentari vicino casa tua. Ritrovarti  davanti al fruttivendolo e sentire la risposta alla mia spiritosaggine del giorno prima. Anche le nostre risate sono state tradizione. Negli anni. Nei tantissimi anni, a Catanzaro, a Sover

I giovani sono il sale della vita.

Serata fredda. Accanto al caminetto acceso, con un libro in mano, mi godo la tranquillità del mio posto preferito di tutta la casa. Quando mi trasferii per venire a vivere in questa abitazione, chiesi (e l'ho avuto) a mio marito di poter organizzare un posto tutto mio, con libri, un caminetto, poltrone comode ed un tavolo dove giocare o lavorare. In questo spazio tutto mio (si fa per dire), sempre invaso dalle persone che amo, studio, leggo, ascolto musica e di tanto in tanto accarezzo con lo sguardo i visi di chi oramai mi sorride solo da una foto e che io, continuo ad amare, certa che la loro energia spazia ancora su questo nostro mondo.  In fondo, cosa c'è nella nostra esistenza di così prezioso più dell'amore che riceviamo? Niente.  Tutto il resto è zero e, come direbbe Califano, è noia.  Ebbene  questo mio spazio,  in men che non si dica, ieri sera è stato trasformato in un luogo di riunione di giovani. Il tavolo subito imbandito dagli amici delle mie figlie, le

LE STRAGI DEL 25 APRILE FATTE DAGLI AMERICANI, I "LIBERATORI".

L’Italia si dovrebbe vergognare e primo tra tutti colui che ci rappresenta a livello internazionale per il  festeggiamento del 25 Aprile, considerato giorno della liberazione. Per tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di leggere cosa successe in quella fatidica data, è giunta l’ora che si sappia la verità. La storia  italiana ufficiale non riporta che gli Americani compirono stragi, soprattutto in Sicilia. Prima che sbarcassero, i loro soldati avevano ricevuto Soldier’s Guide to Sicily ed il il Sicily Zone Handbook 1943, riservato agli ufficiali, nei quali i Siciliani erano dipinti come semibarbari e arretrati.  In fondo, venivano ad occupare una terra nemica e allo sbarco gli era stato l’ordine “Uccidi gli Italiani”. Nella nostra patria queste vicende sono sconosciute, ma negli Stati Uniti se ne discute da molti anni e nelle università nordamericane sono stati tenuti corsi su tali stragi, come quello di Montreal sul tema “Dal massacro di Biscari a Guantanamo. I mil

Ritemprarsi altrove per sopravvivere in una città morente

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Il viaggio è un tuffo nella conoscenza di luoghi, uomini, arte diversi da quelli a te vicini e che tu sei abituato a vedere nel paese in cui vivi. Il viaggio t'insegna a dare maggiore dignità all'uomo e comprendi che il mondo può, per fortuna, essere anche diverso dal luogo in cui vivi. Per Seneca "viaggiare e cambiare luogo infonde nuovo vigore alla mente". Perfettamente convinta della verità di tale asserzione, perciò, spesso parto per vedere nuovi mondi, per conoscere nuove usanze, abitudini, modelli di governo ed esempi di politica. Da poco sono rientrata da un viaggio a Malta, dove mi sono recata con due amiche. Si sente spesso dire "tutto il mondo è paese", come a voler confermare che gli errori di un luogo, si ritrovano anche in altre zone. Ma niente è più falso di questo adagio. A Malta, isola di grande turismo, innanzi tutto non trovate un negozio di cinesi. Ne abbiamo visto solo uno alla periferia estrema della Valletta, ma era un centro massa