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Visualizzazione dei post da giugno, 2015

LA BELL'ITALIA

Fino a poco tempo fa, quando andavo all'estero, mi sentivo fiera di appartenere a questa nostra nazione che è stata per gli altri popoli esempio di cultura, civiltà, arte e invenzioni. Il popolo di artisti e navigatori si è trasformato per le altre nazioni in una banda di malfattori e ladri. Ma l'orgoglio di essere ITALIANA ancora scorre nel mio sangue. Un orgoglio che mi è stato insegnato fin da piccola. A scuola apprendevamo a memoria l'Inno d'Italia e lo ripetevamo in piedi. Come un omaggio alla nostra terra. La mia maestra voleva che tenessimo persino la manina sul cuore. Come un sentimento d'amore per la madre terra. Adesso, forse pochi conoscono le parole scritte da Mameli. Nessuno difende la Patria. Tra l'altro la parola non è più nemmeno usata, se non nelle celebrazioni ufficiali. Ma l'Italia è  la mia bella terra, che quattro ladroni hanno svenduto per interessi propri. Mi chiedo come si fa ad abitare in una terra, in una casa e non amarla.

La magia del bel canto.

Arriva. E’ una bella ragazzona. Timida. Tiene gli occhi bassi. E’ vestita con pantaloni alla pinocchietta. Come tutte le giovani che abbiano voglia di vestirsi con semplicità, ma anche con comodità. Si chiude in una stanza, per cambiarsi. Per divenire elegante. Un concerto ha necessità che la cantante sia aggraziata e raggiante. Ancora di più se l’interprete canta aree liriche. Dopo un poco esce dalla stanza dove si era chiusa per cambiarsi.  Comincia a cantare. Pace, pace, mio Dio, tratto dalla Forza del Destino. Se Verdi fosse stato vivo e presente a questo concerto, si sarebbe commosso a sentire quella ragazza interpretare una sua area con tanta bravura e pathos. E poi ancora Verdi, Puccini, Boito, Mascagni. Ogni area è un brivido, un successo. Non è più la ragazza semplice e timida con gli occhi bassi. Magia della musica. Sparita la timidezza, la ragazza si è trasformata in una dea.  Sicura. Vestita con abito da sera blu. Come una Giunone del 2000. O forse come una Si
E’ stato presentato nella sala Concerti del Comune della nostra città l’ultimo libro della poetessa Innocenza Sciarrotta Samà, che, parlando dei suoi versi,  ci confida che “la poesia cresce come l’uomo” . La sua è una poesia in eterna evoluzione. Nel  passato, Innocenza, aveva creato una poesia più intima, sofferta, che coincideva con più fattori: il classicismo dovuto ai suoi studi umanistici e la maturazione personale dovuta a dolorose vicende familiari.  Sentiva quasi una necessità di cantare i sentimenti nella poesia. Forse, l’aiutava a sentirsi viva. Il trascorrere del tempo cambia tutti, anche lei ha subito un naturale mutamento della sua vita, fino ad arrivare lo scorso anno, a cantare il senso della storia, la tradizione, il mito e la religione. Ora, a distanza di un anno, ecco una sua ulteriore crescita e relativo rinnovamento, che non devono esser visti come cambiamento, ma solo come evoluzione  del suo sentire l’esistenza. Lei, prima, era la poetessa che creava i