RIFLESSIONI SULLE AMMINISTRATIVE IN ITALIA
Sui giornali nazionali e locali molti riflettono sui
risultati delle ultime amministrative. Su alcuni quotidiani on line c’è persino
un’indagine se c’è stato un vero cambiamento o solo voto di protesta. I lettori
si dividono nelle risposte, ma la maggior parte crede che la gente abbia voglia
di cambiare.
A mio parere, invece, le amministrative hanno decretato non
solo un voto di protesta, ma anche una certezza: chi ama la politica ed è
attento ai problemi del paese continua a votare secondo le proprie idee politiche,
destra o sinistra. Chi, invece, vuole solo protestare, vota 5 stelle.
Al ballottaggio, se non c’è il candidato di destra o di
sinistra, allora si voterà 5 stelle, perché mai uno di destra voterebbe per la
sinistra e viceversa.
Inoltre, è accertato che quelli di sinistra vanno sempre a
votare, anche col gelo. Lo stesso, purtroppo, non si può dire dei militanti di destra.
Si è accertato anche che quelli del Movimento 5 Stelle,
quando non sono direttamente interessati per i loro candidati, non vanno
neanche a votare e, non avendo una chiara collocazione ideologica, non sono
interessati a dare un giudizio in una competizione di candidati di altri
partiti, come a Milano, per esempio.
Si è accertato anche che Salvini, benché abbia dato loro la
certezza che avrebbe portato voti al loro movimento, dove la Destra non era in
ballottaggio, ha fatto la figura del “parolaro”, come si dice dalle mie parti, cioè
di colui che di tanto in tanto dovrebbe
prima misurare le parole e poi dirle, se necessarie, visto il risultato di
Varese, dove i Pentastellati non lo hanno di certo appoggiato.
Ecco
spiegato il grande successo delle ultime elezioni amministrative del movimento
5 stelle nella capitale, dove al ballottaggio tutti i miei amici, notoriamente
di destra, sono andati a votare la Raggi, pur di avere la soddisfazione di un
insuccesso della sinistra.
Adesso ad elezioni finite, i vari teorici, forse compresa me,
cercano di capire dove andrà questo
nostro paese e se gente con chiare posizioni partitiche dovrà pensare di veder morire ideologie a
favore di movimenti di contestazione, accettati da una massa non identificata
politicamente.
Ora il problema si evidenzierà con la realtà, soprattutto a
Roma, dove la situazione è quasi tragica. Ce la farà la Raggi a risolvere tutte
quelle situazioni anomale? Riuscirà ad organizzare una squadra di persone
oneste, capaci di migliorare il territorio?
Quando è morto il loro Guru, Casaleggio, al suo funerale,
tutti gridavano Onestà, onestà, come se fosse solo una sua prerogativa fare
politica, senza legami con quelle multinazionali e quegl’interessi economici (banche,
coop ecc.), propri del PD.
A volte mi chiedo se
Grillo non sia stato un burattino nelle mani di Casaleggio, che fin dal 2004 è
stato socio o patner, come si dice oggi, della BTM Corporetion, un gigante
tecnologico del Connecticut che annovera tra i suoi clienti la Pepsi Co,
JPMorgan, IBM, La best Western ed altri dello stesso livello. Forse questi
legami erano importanti per farlo candidare ed eleggere al Parlamento europeo,
dove, si sa, sono portati avanti gli interessi della grande finanza e non
quelli dei diversi Stati.
Quindi i vaffa di Grillo nei suoi comizi, per
chi s’informa come me e cerca di capire i retroscena della quotidianità, erano
molto poco chiari, soprattutto quando il comico sbraitava contro le
multinazionali, come la Coca Cola.
Il Movimento
5 Stelle, adesso è ancora più blindato col figlio di Casaleggio che continuerà
nel lavoro cominciato dal padre e con le stesse direttive.
Forse a Torino la Chiara Appendino, neo sindaca
potrà portare avanti il suo programma, ma a Roma la vedo difficile per la
Raggi, per le problematiche enormi della capitale.
Intanto per lei cominciano le soap opere sui
giornali, le lettere del marito allontanato, gli sguardi e i non saluti delle
Ministre e tutte quelle cretinate che ti fanno poco sperare in un futuro
migliore.
Noi Italiani staremo a aspettare e, pur essendo
un paese papalino, crediamo poco ai miracoli.
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