Siamo felici che un nostro amico abbia raggiunto un ulteriore traguardo: Umberto Falvo.
Più la società va verso l’esasperato consumismo, più l’artista cerca di trasmettere un’immagine stabile del suo mondo interiore attraverso tecniche che possono essere di scrittura, di pittura, di fotografia, oppure cinematografiche ed ora anche informatiche.
L’arte contemporanea adatta modelli di sviluppo artistico che, a volta, possono diventare di rottura contro la società consumistica e di massa che tende ad unificare anche i prodotti artistici. Ma esiste anche chi è lontano da tale tipo di realtà e attraverso una crescita culturale produce con una vitalità rinnovata che riflette il suo naturale cambiamento nel tempo.
Uno di questi è il catanzarese Umberto Falvo, amico del nostro Circolo Le dame, il quale con la sua tavolozza ha dipinto un mondo di emozioni oggettive che sono state recepite al di là dei confini calabri.
Infatti, i suoi quadri sono stati apprezzati e premiati in tutto il mondo: Brasile, Grecia, Russia, Emirati arabi, ecc. ecc.
Ultimo meritato riconoscimento è il Premio biennale “Nobel dell’arte”, ricevuto il 20 Ottobre a Montecarlo, da una giuria composta da galleristi di tutto il mondo e da artisti di grande fama.
La motivazione per i meriti artistici recita:
“Per la significativa ricerca ed il notevole impegno, dimostrato in crescendo nella sua carriera”.
Umberto Falvo, di fama artistica consolidata a livello internazionale, porta a Catanzaro un poco di luce e colore in un periodo grigio, in cui tutto sembra complottare per coprire lo splendore antico di una vecchia signora come la nostra città.
L’arte è vita e ci aiuterà a risalire verso un arcobaleno di speranza.
Bravo Umberto, siamo fieri di te. Ad maiora semper!
Penso, ripenso e nel pensar m'impazzo.
Avete mai pensato che nel mondo possa esistere una qualche oligarchia che segretamente organizzi e diriga i vari governi delle Nazioni? Se fosse vero (come penso che sia), i politici dei vari Stati non sono, poi, così importanti. Sono solo dei pupazzi, i cui fili sono tirati a piacimento da chi li crea, li fa muovere, lasciando a loro la convinzione di essere liberi di decidere. Persino il terrorismo pare sia organizzato a tavolino da quell’oligarchia a cui accennavo prima. Lo aveva scritto nel 1951 Robert Payne, morto dopo aver scritto “Zero. La storia del terrorismo”, in circostanze molto oscure su cui nessuno ha mai cercato di sapere la verità, che non doveva, né poteva essere svelata. A questo punto noi tutti ci dovremmo chiedere chi fa veramente la Storia? Certamente non la fa il popolo, la massa, che nel corso dei tempi è sempre stata poco propensa a fare guerre, ma a vivere, se non a sopravvivere, la sua quotidianità. Allora chi è il vero artefice della Storia? Ne
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