Torneo di burraco sabato sera.

Ritrovarsi a giocare a burraco con gli amici e scoprire ancora una volta che i ritardatari sono sempre gli stessi e per loro slitta sempre l'orario di gioco. Scoprire anche che è difficile farli fuori con un colpo di pistola, perché finiremmo nelle patrie galere, dove sicuramente ci riposeremmo, ma dopo un poco di tempo impareremmo cosa significhi "legge del taglione", dove moriremmo dal freddo anche d'estate, come abbiamo potuto constatare quando ci siamo trovati nelle patrie galere per realizzare qualche progetto per le associazioni di volontariato. 
Incominciare a giocare già nervosi per l'attesa e ritrovarsi di fronte qualche amico che non conosce bene le regole del gioco, ma che vince, perché, comunque, ha dalla sua parte una fortuna pazzesca che a Catanzaro siamo abituati a chiamare con un sinonimo di fondo schiena.
Rilassarsi e scoprire ancora una volta che la serata riesce, nonostante tutto, perché gli amici sono positivi. 
Alla consegna dei premi c'è stata una certa confusione, che ha creato tanta ilarità da, per il troppo ridere, farci mancare il fiato. Ritrovarsi con  le lacrime agli occhi, piegati su se stessi, come non succedeva da quando eravamo ragazzini. 
Rifare il conteggio e rifare la premiazione cercando un attimo di lucidità per consegnare finalmente i premi a chi li aveva vinti. E alla fine? Tutti dividevano con il sorriso i premi tra amici. Ma che gara è? Una gara divertentissima, dove ci siamo divertiti come matti. 



























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