Sabato 8 Febbraio. Prima di raccontare la serata di stasera, fredda e piovosa, che certamente meritava più pubblico, la presidente del circolo le dame vuole pubblicamente ringraziare l'avvocato Antonio Caroleo, che con amicizia ha mostrato ampia disponibilità verso la nostra associazione e ci ha trascinato in un mondo affascinante del nostro passato in cui ci siamo, con la mente, incontrati coi briganti della nostra terra. Ci ha fatto conoscere il brigante Giosafatte Talarico, vissuto nel periodo pre unitario, nato a Panettieri, condannato a morte e decapitato davanti al tribunale di Catanzaro. Giosafatte uccideva per vendetta e per aiutare quei poveri, a cui i baroni avevano tolto tutto. Era un brigante colto e solitario. Aveva solo due amici, di cui si fidava ciecamente e che cercarono sempre di proteggerlo, facendo di lui una leggenda che ancora si racconta nel suo paese d'origine. Una specie di paladino dei poveri che la storia sabauda dipinse come un farabutto...
Avete mai pensato che nel mondo possa esistere una qualche oligarchia che segretamente organizzi e diriga i vari governi delle Nazioni? Se fosse vero (come penso che sia), i politici dei vari Stati non sono, poi, così importanti. Sono solo dei pupazzi, i cui fili sono tirati a piacimento da chi li crea, li fa muovere, lasciando a loro la convinzione di essere liberi di decidere. Persino il terrorismo pare sia organizzato a tavolino da quell’oligarchia a cui accennavo prima. Lo aveva scritto nel 1951 Robert Payne, morto dopo aver scritto “Zero. La storia del terrorismo”, in circostanze molto oscure su cui nessuno ha mai cercato di sapere la verità, che non doveva, né poteva essere svelata. A questo punto noi tutti ci dovremmo chiedere chi fa veramente la Storia? Certamente non la fa il popolo, la massa, che nel corso dei tempi è sempre stata poco propensa a fare guerre, ma a vivere, se non a sopravvivere, la sua quotidianità. Allora chi è il vero artefice della S...
Ciao, Aldo. In terrazzo a mare per godere in pace un cielo splendido. Squilla il telefono. Un'amica mi comunica una terribile notizia. No, non è possibile. Ti sarai sbagliata. Non può essere vero. Ci eravamo sentiti da poco. Dovevamo incontrarci in Spagna con mio marito e mia figlia per quest'autunno. Forse non è lo stesso Aldo Bressi. Sarà un'omonomia. NO. E' proprio lui. Terminata la telefonata, mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi e le braccia incrociate, come se volessi abbracciarmi da sola per consolarmi. Aldo, tu non sei morto. Tu eri dinamico, pieno di progetti e di idee da realizzare. E' la morte che ti ha strappato la vita e ti ha allontanato da tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di essere tuoi amici. Voglio ricordarti sorridente mentre abbracci i tuoi gatti. L'immagine della tenerezza che custodivi nel cuore. Avevi coraggio. Tanto da abbandonare da giovane la sicurezza per l'incertezza, per inseguire una chimera. Per le mie f...
Commenti
Posta un commento