Il Reddito di cittadinanza. Fregatura scontata.

Luca Ricolfi, uno dei più importanti sociologi italiani, professore universitario, editorialista, autore di innumerevoli testi, ci ha aperto gli occhi in un suo articolo sul   reddito di cittadinanza, di cui i vari partiti, in questo periodo, si riempiono la bocca, forse per dare la sensazione di essere vicini al popolo.
Tutte le proposte partitiche ad hoc rappresentano l'esatto contrario di quello che ci fanno intendere.
In realtà, il reddito di cittadinanza è un introito che lo Stato dona a tutti i suoi cittadini, ricchi e poveri, individualmente, senza alcuna restrizione, obbligo o contropartita.
L'idea nacque nel 1800 e tornò di moda negli anni 80 in Belgio.
Nel 2013 il movimento 5 stelle l'ha fatta propria, come se l'avesse pensata col suo intuito, ma l'ha, in realtà, snaturalizzata.
Secondo loro, il reddito s'intende destinato solo ai poveri, quindi diventa su base familiare e non è incondizionato. Infatti, i beneficiari saranno sorvegliati, formati ad un lavoro, che, però, una volta trovato, non consentirà loro di usufruire più dei benefici del reddito.
Inoltre, le quote in denaro, non andrebbero ai poveri, ma a coloro che si occuperanno dei poveri, cioè associazioni, tecnici, impiegati, assistenti sociali, ovvero tutti quelli che un reddito già lo hanno.
I politici parlano di reddito di cittadinanza, ma dovrebbero chiamarlo, come in tutta Europa, reddito minimo e dovrebbero smetterla ad improvvisarsi salva-popolo, tanto oramai gli Italiani non danno più credibilità a nessuno di loro, di qualsiasi partito siano.

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