IL MISTERO SUI MANDANTI DELLA MORTE DI BORSELLINO




Per gli antichi Greci la verità è la lotta alla menzogna, e, come lotta, è sforzo, fatica, violenza fino alla morte, come è avvenuto per chi ha tentato di conquistarla, combattendo contro la menzogna. La nostra Italia è stata fondata sulla menzogna. L'Unità nazionale è avvenuta non certo con lotte di patrioti per la libertà, ma con stragi e massacri organizzati dagli "eroi" o meglio da avventurieri e i ladroni che cercavano di conquistare beni e non avevano niente da perdere. Il Risorgimento è stato la menzogna più grave che si sia mai permessa. Ma, in fondo, la storia ufficiale è sempre stata falsità pura.
 Non solo quella italiana, ma anche quella degli altri Stati.
Storia scritta dai vincitori, che non sono mai gli eserciti o le singole nazioni, ma la grande finanza del mondo. Adesso che sono una donna matura e passo molto tempo sui libri per cercare con sforzo la verità, comprendo le parole che diceva sempre mio padre "la motivazione di qualsiasi guerra nel mondo, nasce per il vile denaro".

E per denaro che ci sono tradimenti, delinquenza, morti, maldicenze e quanto di negativo ci possa essere in questo mondo.

Logicamente, per chi non intende seguire questa strada, deve patire contro tutto e tutti, ma rimane, comunque, un esempio per le generazioni future, visto che quella attuale non è stata capace di ripulire la nostra Italia.

Tra gli esempi da non perdere di vista c'è e ci sarà sempre anche Paolo Borsellino, assassinato, perché cercava una verità che non può essere svelata.

Anche lui, per la storia ufficiale, ucciso dalla mafia, come il suo amico e collega Falcone. Anche lui aveva indagato su ciò che non doveva venire a galla dal grande pantano.

Come ho già scritto per Falcone, sostengo che per la mafia sarebbe stato più facile e meno dispendioso assassinarlo, in qualsiasi altro momento, senza causare quella strage terribile che fece arrivare pezzi di membra umane, fino all'ottavo piano di alcuni palazzi di via D'amelio, come si legge dagli interrogatori dei giudici di Caltanissetta ai testimoni.

Avrebbero potuto ucciderlo, per esempio, due sere prima, il 17 luglio, quando il giudice, senza la scorta, andò a fare una passeggiata sulla spiaggia di Villagrazia di Carini, con la moglie, la signora Agnese che testimoniò su quella passeggiata al processo.

Oppure, avrebbero potuto ucciderlo, quando andava a messa, visto che la scorta posteggiava in una strada limitrofa all'ingresso del luogo sacro.

Fatto sta che Salvatore Reina, tramite il suo legale, ha fatto sapere che la responsabilità dell'eccidio del 19 luglio 1992, va ricercate all'interno dello Stato. Se non fosse stato assassinato, due giorni dopo, avrebbe detto alla procura di Caltanissetta quel che aveva scoperto, ma anche le confidenze del suo amico Falcone sulle indagini su cui stava lavorando.

Aveva chiaro il quadro degli avvenimenti in testa, ma le aveva anche appuntato, assieme a tutte le indagini, su un'agenda rossa che portava sempre con sé e che è sparita.

Ora, tra tante menzogne, ad onore della verità, mi piacerebbe sapere:

1) Chi fu la talpa che avvertì i suoi assassini che Borsellino a quell'ora sarebbe andato a trovare la madre?

2) E' vero che il pentito Scarantino fu indotto ad accollarsi l'omicidio di Borsellino, perché spinto dal defunto questore Arnaldo La Barbera, che lo torturava in carcere? Senza dimenticare, comunque, che a quei tempi, La Barbera, addetto alla sicurezza personale di Falcone, era dal 1987 tra gli stipendiati del Sisde (servizio informazione e sicurezza democratica). 
 3)Come mai arriva, poi, un altro pentito, Spatuzza, che si accolla la strage di via Amelio? Chi glielo consiglia? Forse perché doveva dire dirompenti notizie contro qualcun altro?
4) Chi sapeva della data in cui Borsellino doveva testimoniare a Caltanissetta?
5) Chi veramente imbottì la 126 di tritolo? E chi lo fece arrivare in Sicilia? Il tritolo non si compra certo nei supermercati.
6) Quale delle tre differenti dichiarazioni di Aiala sull'agenda è vera? E la verità si può trovare nelle dichiarazioni dell'ufficiale Arcangioli che prese la borsa che conteneva l'agenda? 
Troppe bugie vengono dai pentiti. Troppe distrazioni dalle Istituzioni. Troppo di tutto, fuorché di verità.















































































































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