8 Marzo: giornata della donna.
Credo sia giunto il tempo di
smetterla con aridi festeggiamenti sulla donna l'ottavo giorno di marzo.
Bisognerebbe per tutto l'anno
cercare di crescere in questo paese che è stata la culla della civiltà in molti
campi. Crescere in questi tempi tetri, in cui si assiste ogni
giorno alla morte di una donna per atti violenti.
Basta con le melensaggini delle
varie trasmissioni televisive che ci osannano e s'interessano delle nostre
condizioni un solo giorno all'anno e per altri 364 giorni ci colgono solo come
corpi belli da mostrare.
Basta anche con tutti gli
inutili e pericolosi interventi chirurgici che spesso imbruttiscono la
naturalezza del viso o del seno con esagerazioni di protesi.
Basta con una politica fatta
solo da uomini, che hanno portato il paese alla povertà.
Basta anche e soprattutto con le
donne che parlano di pari opportunità e -poi- preferiscono votare gli
uomini, criticando le candidate prima ancora di vederle sbagliare.
Basta con incontri inutili, parole
ed atteggiamenti non costruttivi.
E' ora di svegliarci, ma
soprattutto dobbiamo farlo noi donne, capaci di dare tanto alla società e
alla politica, perché abituate ai sacrifici come madri e mogli, oltre che come
lavoratrici.
Un'arma potente è già nelle nostre mani: il
voto. Aiutiamo le persone oneste ed idonee a migliorare il territorio e non
sfruttarlo, come hanno fatto i soliti politici fino ad ora. Pensiamo ai nostri
figli, costretti a lasciare la Calabria in cerca di lavoro. Stiamo
costruendo una società calabra vecchia, fatta di anziani soli e senza la consolazioni
di avere accanto un figlio, costretto alla lontananza per lavoro. E' il destino
dalla maggioranza delle famiglie e chi non ha tali problemi, ha certo una
posizione di favore dal mondo del potere politico.
Non mimose, cioccolatini o fiori per un giorno,
ma rispetto per sempre per noi e per la nostra terra.
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