Nostalgia di amore paterno.

Sedersi con gli amici attorno al tavolo e parlare di quadri. Ricordarsi la domanda di Storia dell'arte fatta dall'esaminatore agli esami di maturità. Gioire ancora (a distanza di più di quarant'anni) nel constatare che quella risposta che influenzò positivamente il docente, l'aveva appresa dal proprio padre.
Cominciare a parlare del genitore col sorriso sulle labbra. Sentire e trasmettere agli amici  l'orgoglio di essere stato il figlio di un uomo meraviglioso che sapeva amare, senza smancerie.
E noi tutti, sempre attorno al tavolo,  ad ascoltare racconti sul filo del ricordo. Immaginare contorni sfuocati di un volto, come fossero disegnati da Leonardo con la sanguigna. Un volto che non abbiamo mai conosciuto, ma che  ora scorgiamo per il disegno fatto di parole da un figlio, che non non ha mai smesso di amare il padre, nonostante la morte li abbia divisi.
Alla fine del racconto, anche sui nostri volti c'era un sorriso di tenerezza, fatta di una tristezza  gioiosa per aver partecipato ad un pezzetto di vita di un amico sincero. Grazie, Marcello. E' stato bello ascoltarti.

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